martedì 25 febbraio 2014

Reality show made in Italy

Siamo decisamente a carnevale. Una festa perfetta per il periodo che stiamo attraversando. A ben pensarci, la leggerezza con cui l'informazione, l'opinione pubblica, la politica stessa considerano gli avvenimenti ultimi, è tipica proprio di un' aria di festa, di scenari che cambiano, carri che sopravanzano altri e sciami umani pronti a cavalcarne uno piuttosto che un altro, maschere che si tolgono e si mettono, ecco sì, maschere. Maschere di convenienza, di schieramento, di abnegazione, le maschere dei "grandi" che impongono a ciascuno di noi di indossarne una per l'occasione, e poi di cambiarla dimenticando tutto ciò che era stato prima e per cui stavamo su carro piuttosto che su quello dietro.
E' uno scenario viareggino, è lo scenario che ci stanno imponendo i social networks e i videogiochi, in cui ciascuno è protagonista, può esprimere ciò che pensa e addirittura risorgere a nuova vita dopo il temuto game over. Ci danno l'illusione di un finto protagonismo, di un espressione "democratica", mentre sghignazzanti si fregano le mani constatando che ci siamo cascati, che stiamo facendo il loro gioco azzuffandoci per interessi che paiono i nostri, ma sono sempre quelli di altri.
Ricordo una simpatica teoria che un comico aveva formulato qualche anno fa per riuscire a invitare fuori una ragazza, che consisteva di fatto nel porle l'alternativa tra due giorni diversi, con una domanda del tipo: "vuoi uscire con me venerdì, o preferisci sabato?" escludendo a priori l'opzione del rifiuto. Questo è il giochino che inconsciamente ci propinano: scegliere un carrozzone piuttosto che un altro, senza alternative.
Il carro del "vincitore"
Più che i carri, però, ciò che di carnevalesco c'è, è la farsa delle maschere. Crollata la validità del sistema dei partiti (per chi ha un minimo di lucidità, dai fatti di tangentopoli, per i più scettici questa legislatura assurda fuga ogni dubbio) si è imposto ormai il dogma del partito-personaggio. Poco importa se il PD sta governando con chi dice di aver sempre osteggiato (!), poco importa se una bella analisi approfondita della seconda repubblica dimostra la divergenza quasi nulla di politiche economiche, sociali, riformistiche, di questi "progressisti" dal partito-azienda del Caimano. Poco importa che il PD non abbia fermato le operazioni militari italiane in medio oriente, che voglia la TAV, e l'elenco potrebbe continuare, poco importa che al suo interno sia un'accozzaglia di correnti incociliabili, chissenefrega, perchè ora c'è Matteo. Matteo che con le sua frasi suadenti ammalia le folle, che promette tutto e mantiene nulla ("io mai al governo senza essere eletto" "non farò le scarpe a Letta" "mai al governo con Alfano" "mai come D'Alema" eccetera) ma che di colpo ricoagula ogni speranza, riporta la coesione, al di là delle mosse grossolane, delle balle e dei proclami.
E il paradosso si concretizza: gente che ne ha dette di peste e corna sul PD e che ora lo sostiene senza tentennamenti, magari dopo aver votato Berlusconi per 20 anni, altri allergici alle larghe intese, ma se le fa Renzi vanno bene, paladini del diritto di voto schifati da Monti e Letta ma felici perchè questa è #lavoltabuona, anche se è la peggiore (come origini- Monti veniva da dimissioni "volontarie" di B. e Letta, con molte virgolette, dalle elezioni) e via dicendo. La gente non voterà PD, voterà Renzi. E' il berlusconismo importato su larga scala.
Già.
B.
Lui è stato l'iniziatore, il vero maestro di tutto questo. Il suo mondo, la televisione, l'ha reso esperto. Ha capito, prima di tutti, che alla gente interessa di più Arisa dei fatti ucraini, che una bella parola, per quanto falsa, è bella. E così ora può permettersi di (ri)fondare un partito, tanto ciò che basta agli elettori è il SUO nome. Vorrei chiedere a un sostenitore di FI quali altri politici ci sono nella "sua" formazione politica, dubito me ne saprebbe dire molti di più del cav.
Svuotati i contenitori, rimane solo la faccia (la maschera) del contenente. E' per questo che ci si dimentica volentieri del passato, che un Renzi appare salvatore della patria, che un B. avrà sempre i suoi voti fedeli, che personaggi molto più pallidi e poco televisivi finiranno (e sono già finiti) irrimediabilmente silurati. Alfano, Casini, Monti, lo stesso Letta, Ingroia (onesto servitore del paese, ma poco propagandistico e forse colpevole di aver creato un partito con dinosauri riciclati), il demenziale Giannino. Sono già nel dimenticatoio. Per questo le larghe, moderate, spettacolistiche intese sono destinate a durare, Per questo è difficile collocare due realtà come SEL e il M5S. Il primo è forse l'ultimo piccolo pezzetto di sinistra rimasto in parlamento, ma appare limitato da un leader che sembra giostrarsi nella perenne tensione di non lasciare i propri princìpi e al tempo stesso di entrare nel "concerto parlamentare", dando l'impressione di rappresentare un progressismo quasi elitario. La seconda è una formazione che si regge sul sottile equilibro tra una buona attività parlamentare (non lo dico io) che non ha ancora disatteso alcun punto del programma e che ha degli interpreti che paiono maturi (Di Maio, Taverna, Di Battista ecc) e un leader (fuori dal parlamento) a volte ambiguo, contrastante con i propri parlamentari come modi di fare e di porsi, la cui vocazione teatrale emerge ponendosi, forse, talvolta, come un limite al buon lavoro (troppo poco messo in evidenza dall'informazione, sempre pronta a dirci se Renzi ha un nuovo cane o se ha tagliato l'erba) che l'opposizione sta, effettivamente, facendo.
Quali le prospettive? troppo difficile dirlo. Sembra sempre che l'italiano medio si trovi in una condizione di minorità che gli imponga di trovare un appiglio ossigenante, da difendere a denti stretti, per poi restarne inevitabilmente, ancora una volta deluso.
Ma io sono ottimista, come sempre. Non so come mai, viste le premesse. Ma se non lo fossi, che senso avrebbe vivere e voler capire la realtà?
Buone carnevalate a tutti.

venerdì 15 novembre 2013

Ridiamo su Vendola

Le frasi apocalittiche sul futuro di Vendola dopo la telefonata con Archinà, ingegnere condannato per il caso dell'Ilva di Taranto, oggi si sprecano.
Si sprecano le risate di coloro che credono ancora nelle identità di classe e nella Rivoluzione, in uno stato fuori dalla storia dove gli operai non votano la Lega e Berlusconi. Si sprecano i ghigni dei gerarchi del Pd, mangia fuoco felici di nuovi voti pronti a scegliere il meno peggio. Immobili e soggetti a critiche se ne stanno gli "europeisti", schiavi dell'idea nobile ma fallimentare della grande fusione PCI/DC. Vi sprecate anche voi, fratelli grillini, che gareggiate a chi la spara più grossa, ridendo e piangendo come pazzi, senza spiegare le vostre idee politiche di fondo.
La politica non si costruisce solo con le leggi e ascoltando la pancia delle persone, ma studiando i grandi pensatori, le grandi idee e formando una coscienza propria.
Perdersi a parlare dei massimi sistemi, e solo poi applicarli alla vita.


Voi ridete e io rido di voi. Rido dell'opportunismo che mostrate quando si tratta di saltare sul carro del delatore. Rido del Fatto quotidiano, dal cui titolo sembra che Vendola ridi dei tumori, e non del gesto inconsueto dell'ingegnere di appropriarsi del microfono del giornalista.
Rido del fatto che a molti non sia gradito il "tono tranquillo" del presidente di una regione che si relaziona, da uomo di potere (anche se non ha moltissimo potere istituzionale), con un ingegnere di una delle più importanti aziende d'Italia.
Non si può cercare un punto d'incontro con "il padronato". Ma chi l'ha detto?
Dentro la lotta c'è il dialogo con chi ha più potere.
Dialogo ho detto, non ampi compromessi o servilismo, ma discussione tra opinioni differenti.
Avrei voluto vedervi quando i grandi imprenditori chiamavano le istituzioni, che prontamente mandavano la polizia per arrestare gli scioperi. È o non è un uomo di sinistra chi tenta di salvare 8mila posti di lavoro, cercando un compromesso legale, leggasi telefonata? È o non è un buon politico chi porta alla luce il caso Ilva nel silenzio più totale e si è sempre battuto in prima linea, non seconda come voi grillini, per l'Ambiente?
Mi sbellico per chi accosta questa intercettazione a quella della Cancellieri, notare bene: da una parte abbiamo un ingegnere, al tempo non ancora condannato, che si rivolge al presidente della sua regione in tono colloquiale, dall'altro invece un ministro che dice di "fare tutto il possibile per" aiutare la moglie di un condannato.
Se dobbiamo giocare al gioco rischioso delle responsabilità facciamolo fino in fondo.
Non limitiamoci al riso bastardo del classico troll dei forum di internet.



Vero, non ho le fette di salame sugli occhi, è indagato per concussione, e io non rido. Non rido nemmeno del leaderismo poco discusso di Sinistra Ecologia e Libertà. La situazione è rischiosa, ma non del tutto segnata negativamente.
Primo punto: la sentenza potrebbe essere positiva per il politico pugliese ed egli non avrebbe nulla da temere. Se fosse condannato mi sembra ovvia invece una reazione di allontanamento dall'asse della sinistra italiana.
Secondo: il partito per cui ho votato deve darsi da fare sul territorio e a livello nazionale per formare molteplici leader e un forte elettorato identitario e allo stesso tempo aperto.

Saranno la magistratura e il tempo a parlare, non il giornalismo da quattro soldi del portale di Gomez o le ilarità della rete, a determinare il destino di un partito.

giovedì 29 agosto 2013

La Rivoluzione

Dato che nel post precedente mi sono (auto)tacciato di possedere la stessa parlantina e qualche idea di un buon COBAS o giornalista di Lotta Comunista, provo ad auto-distruggere e soffocare i virgulti combattivi che ancora ho in corpo e che non riesco a togliermi, sepolti sotto metri di adipe e muscoli sonnolenti.
"Il fantasma formaggino del comunismo" che perseguita il giovinotto in tenera età, il tu-sai-chi degli ambienti moderatamente democristiani che frequento, "il sole dell'Avvenire" che la notte non ti lascia dormire, il sogno che si tramuta in  incubo, "le scarpe rotte" che diventano Converse, l'Internazionale che si riduce a A.E.K Atene contro Livorno, l'utopia che sui libri di storia è diventata distopia.
Ora avete capito perchè me ne voglio liberare, ormai è un'evergreen che ti tartassa il cervello e torna a tempi regolari.
Ma non ce la faccio completamente. Non so come fare: la metto in discussione, la critico, ci penso e la scaccio con la mano, ma poi torna: Revolution is the only solution.
Forse mi sentirete criticare i "veri economisti" di Lotta Comunisti per il loro essere "fuori e dentro la realtà", che credono ancora che Marx sia solo il Capitale e non un hegeliano che ha sbagliato la coincidenza tra il treno che sprigionava l' idea più bella di sempre, la Freccia Bianca della storia contemporanea e il cargo della fiducia cristiana e positiva nell'uomo; forse mi vedrete incazzoso con i sindacalisti di base che combattono la propria battaglia pensando di essere gli unici detentori delle coordinate geo-politiche locali, sprezzanti e "compagni" identitari come i peggio leghisti, forse mi osserverete mentre guardo nel mucchio delle manifestazioni e vedo non operai e contadini analfabeti e incazzosi del Secolo Breve, ma studenti con il culo parato, che leggono il blog di Grillo e l'ultimo libro sul NewWorldOrder; forse mi scorgerete sparlare dei comunisti anziani legati all'etichetta, reclusi dentro vuota retorica da partito e non da movimento popolare, forse mi sentirete dare addosso a coloro che si sono chiusi in sè stessi da non capire che il fine non giustifica mai i mezzi, che il "poco" per il "tanto" non esiste, se su quel "tanto" è basato sul "poco": le B.R non l'hanno compreso e nemmeno che uccidere "gli oppressori" non mostra la verità agli "oppressi", ma l'offusca e la rende confusa.


Un consiglio da gattocomunista ignorante alle future teste calde: leggete Mill assieme a Marx, leggete Pisacane assieme a Bakunin, forse anche il Vangelo assieme a Lenin, vediamo a chi ha dato ragione la storia e pensate pure quale società prospettata dagli autori è la migliore e quale la più fattibile, se la risposta è che entrambi i "duellanti" hanno  vvisto  giusto su diverse tematiche , allora fatevi un paio di domande. 
Eppure, fuori da queste intrepretazioni malsane, dagli errori storici dell'uomo, la teoria è li, scritta e fascinosa, l'utopia reale che mi distrugge.
Ti guarda dall'alto in basso, mentre ti poni le domande, e ti dice con il ghigno di chi sa come finirà: 
<<Guarda che quelli su cui hai spalato merda sono anche loro persone dotate di intelletto, tuoi fratelli, con cui devi condividere idee e pensieri....devi tentare di comprendere le loro pulsioni e idee, e se ce la farai potrai farti un'idea stabile su di me, capendo ogni mio aspetto. Anche perchè guarda come va il mondo: non c'è altra soluzione se non la rivoluzione. Culturale e popolare di sicuro, ma pacifica o armata, con ampie riforme o con un golpe classico? Ogni strada ha i suoi pro e contro, e lo sai....magari quelli su cui sputi, proprio loro, possiedono una minima parte dell'antidoto? E se le loro azioni fossero solo veleno, non credi che è da esse che si potrebbe trarre l'antidoto? Risponditi e chieditelo a vita. Sai però che la storia deve seguire una strada e progredire.>> E allora si rincomincia a ragionare e a sbarellare.
Poi prima fa la bastardata finale da buona dottrina filosofica << Dario! Lascia stare i videogiochi e pensa alla politica di merda, alle guerre, al parassitismo della finanza....No!Nono!no!Non ci siamo! Il fantasy no ti prego, gli orchi sono il Male e blablabla, Tolkien e tante chicchiere.....Pensa invece ad attaccare i santi del capitalismo che decidono il destino del mondo con l'economia .....Ah! Sei andato da Asimov per distrarti? Brutta scelta vecchio mio, perchè sai benissimo che quello è un libro visionario e politico......Guardi BigBang Theory? Ah è così?...... Non ti vuoi proprio staccare dalle tue nerdate, eh?
Allora mi ci insinuerò dentro, sarò sempre con te, ed il mio spettro ti accompagnerà in tutte le vicende della vita. Cazzi tuoi testina!>>
Fottuto Marx di merda.