venerdì 15 novembre 2013

Ridiamo su Vendola

Le frasi apocalittiche sul futuro di Vendola dopo la telefonata con Archinà, ingegnere condannato per il caso dell'Ilva di Taranto, oggi si sprecano.
Si sprecano le risate di coloro che credono ancora nelle identità di classe e nella Rivoluzione, in uno stato fuori dalla storia dove gli operai non votano la Lega e Berlusconi. Si sprecano i ghigni dei gerarchi del Pd, mangia fuoco felici di nuovi voti pronti a scegliere il meno peggio. Immobili e soggetti a critiche se ne stanno gli "europeisti", schiavi dell'idea nobile ma fallimentare della grande fusione PCI/DC. Vi sprecate anche voi, fratelli grillini, che gareggiate a chi la spara più grossa, ridendo e piangendo come pazzi, senza spiegare le vostre idee politiche di fondo.
La politica non si costruisce solo con le leggi e ascoltando la pancia delle persone, ma studiando i grandi pensatori, le grandi idee e formando una coscienza propria.
Perdersi a parlare dei massimi sistemi, e solo poi applicarli alla vita.


Voi ridete e io rido di voi. Rido dell'opportunismo che mostrate quando si tratta di saltare sul carro del delatore. Rido del Fatto quotidiano, dal cui titolo sembra che Vendola ridi dei tumori, e non del gesto inconsueto dell'ingegnere di appropriarsi del microfono del giornalista.
Rido del fatto che a molti non sia gradito il "tono tranquillo" del presidente di una regione che si relaziona, da uomo di potere (anche se non ha moltissimo potere istituzionale), con un ingegnere di una delle più importanti aziende d'Italia.
Non si può cercare un punto d'incontro con "il padronato". Ma chi l'ha detto?
Dentro la lotta c'è il dialogo con chi ha più potere.
Dialogo ho detto, non ampi compromessi o servilismo, ma discussione tra opinioni differenti.
Avrei voluto vedervi quando i grandi imprenditori chiamavano le istituzioni, che prontamente mandavano la polizia per arrestare gli scioperi. È o non è un uomo di sinistra chi tenta di salvare 8mila posti di lavoro, cercando un compromesso legale, leggasi telefonata? È o non è un buon politico chi porta alla luce il caso Ilva nel silenzio più totale e si è sempre battuto in prima linea, non seconda come voi grillini, per l'Ambiente?
Mi sbellico per chi accosta questa intercettazione a quella della Cancellieri, notare bene: da una parte abbiamo un ingegnere, al tempo non ancora condannato, che si rivolge al presidente della sua regione in tono colloquiale, dall'altro invece un ministro che dice di "fare tutto il possibile per" aiutare la moglie di un condannato.
Se dobbiamo giocare al gioco rischioso delle responsabilità facciamolo fino in fondo.
Non limitiamoci al riso bastardo del classico troll dei forum di internet.



Vero, non ho le fette di salame sugli occhi, è indagato per concussione, e io non rido. Non rido nemmeno del leaderismo poco discusso di Sinistra Ecologia e Libertà. La situazione è rischiosa, ma non del tutto segnata negativamente.
Primo punto: la sentenza potrebbe essere positiva per il politico pugliese ed egli non avrebbe nulla da temere. Se fosse condannato mi sembra ovvia invece una reazione di allontanamento dall'asse della sinistra italiana.
Secondo: il partito per cui ho votato deve darsi da fare sul territorio e a livello nazionale per formare molteplici leader e un forte elettorato identitario e allo stesso tempo aperto.

Saranno la magistratura e il tempo a parlare, non il giornalismo da quattro soldi del portale di Gomez o le ilarità della rete, a determinare il destino di un partito.

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