domenica 11 novembre 2012

(NON) è un paese per nerd

Che nel finesettimana, a Milano, ci sia stato un tempo d'inferno è ormai storia, ma ieri mattina, con un puntello insieme a 3 amici, trovarsi in stazione Centrale e vedere aprirsi le cataratte del cielo ha seriamente rischiato di rovinarmi la giornata. 
Ma grazie al cielo esiste internet. Due CLIC veloci sul mio cellulare ed ecco trovata la soluzione: "Gente, ho trovato, si va al MIco, c'è la Games Week!". Per chi di voi crede di aver capito poco o nulla dell'ultima frase, non abbiate timore: neanch'io, fino a ieri, sapevo cosa fosse ma - devo dirlo - pur considerandomi uno schifoso radichic, mi sono davvero divertito. Detto in poche parole, la Games Week è il principale evento nostrano dedicato al mondo videoludico: anteprime, nuove console, inquietanti cosplay, supernerdissimi tornei... di tutto, insomma.
Ma non divaghiamo; dopo essere per un pelo scampati al diluvio universale, raggiungiamo zuppi fino alle ossa la vecchia fiera. Ho appena messo piede all'interno quando vengo improvvisamente quasi sommerso da una fiumana di ragazzini di età compresa tra gli 8 ed i 14 anni: da uno stand vicino, tre fastidiosissimi personaggi vestiti in modo parecchio improponibile stanno lanciando sulla folla, manco fossero proiettili, penne, portachiavi, gadget vari, ognuno dal  preoccupante profilo acuminato. 
Mi faccio da parte, mi volto e due secondi dopo mi trovo in mano una sorta di palmare/tablet già pieno di ditate. Dei miei amici, in due sono già dispersi.
Cercando di fare il disinvolto, sorrido alla ragazza che mi ha appena porto lo strano marchingegno e nel frattempo faccio un cenno interrogativo ad Alex, l'unico superstite. Con un veloce scambio di battute, capisco di trovarmi davanti alla nuovissima NINTENDO WII U, come testimoniano - me ne rendo conto solo in quel momento - almeno una decina di cartelloni 2x5 che rivestono lo stand. "Va bene, stai calmo, puoi farcela" sussurro a me stesso. 
Per fortuna, uno smilzo bimbetto occhialuto che mi trovo di fianco mi dà, in una manciata di secondi, una sommaria infarinatura degli arcani comandi che tocco ad uno ad uno preso come un maniaco dalla libido incerta.
Passati questi momenti di puro terrore, il gioco inizia e, con sommo piacere, mi rendo conto di tre cose: 1) la prima, sono circondato da schiappe; 2) la seconda, impersono un (tutt'altro che) spaventoso fantasma con il compito di eliminare gli altri giocatori; 3) comincio a divertirmi come pochi.
Dopo pochi minuti sono già diventato padrone supremo del gioco; stermino chiunque, suscitando odio e tacita ammirazione dei presenti. Dopo mezz'ora di pura ed edonistica leadership, decido a malincuore (invitato da una fila di nerd mugugnante) di lasciare la postazione.
Nel frattempo, i due amici scomparsi sono riapparsi, così, tutti insieme, cominciamo a farci un giro per i vari stand: simulatori di guida fantastici, con un fiorire di pedali, sterzi, manopole e sedili ergonomici, laser game, FPS da guerriglia tattica, picchiaduro tanto divertenti quanto tamarri... sembra di essere tornati bambini. Arriva l'ora di pranzo, e ci rendiamo conto di esserci intossicati abbastanza da tentare una cosa che mai prima d'ora (almeno io) avevamo tentato: saliamo al secondo piano e decidiamo di iscriverci ad un torneo. Sì ma... "Cosa scegliere?" domanda pertinente, capendo subito di essere capitati in un territorio ostile, letteralmente circondati da agguerritissimi nerd da combattimento. 
Scorriamo i titoli, e l'occhio acuto della nostra Grazia (a occhio e croce la più stravolta del gruppo) cade sull'ultima riga. "Ragazzi, torneo di Wii Fit... lo uso a casa per fare joga, è una passeggiata!" Detto, fatto, tempo dieci minuti ed eravamo tutti e quattro tesserati. 
Ne passano altri venti, e siamo già sul posto. Davanti a noi, altre 28 persone. Lieve mancamento collettivo, ma il simpatico e capelluto giudice ci spiega che, celati dietro l'angolo, ci sono ben 8 piattaforme di gioco. L'attesa in effetti è breve. Il primo di noi, maledetto il mio cognome, sono proprio io.  
In breve, ne esco distrutto: 15 minuti di corsa sul posto, gara di slittino mezzo sdraiato su una scomodissima bilancia, canottaggio (mi fanno ancora male gli addominali) e, ciliegina sulla torta, trampolino.
Finisco stremato, ma contento: ottimi tempi, buone probabilità di passare alle finali. Alla fine, siamo proprio io e Grazia ad essere tra i dodici prescelti; ma le finali sono alle quattro, quindi abbiamo tutto il tempo per riprendere il fiato. 
Pranziamo e riprendiamo il decadente cazzeggio della mattina. Ore quattro meno un quarto, noi due finalisti risaliamo per la prova del nove (o del dodici?!). Lo scontro è impari: la Grazia finisce ottava; io agguanto un tempone con lo slittino ma quasi "scivolo" sul trampolino perdendo secondi preziosi. Sul parziale finisco secondo. Gli ultimi momenti sono al cardiopalma: il fuoco della competizione comincia ad infiammarmi: cominciano a fioccare anatemi in direzione dell'ultimo concorrente, un tipo smilzo e segaligno. Non basta: il tizio fa meglio di me e finisce secondo. Finisco terzo, ma va benissimo così, anzi, appena scendo comincio a tirarmela con gli altri neanche avessi vinto un'olimpiade. Dopo il podio, abbiamo ancora il tempo di farci tutti assieme una foto con Juliana Moreira (spero che prima o poi Alex abbia la decenza di inviarmela) e un'altra partita collettiva a Wii U prima di alzare, stanchi morti, bandiera bianca. 
Usciamo, anzi, corriamo come dei pazzi sotto la pioggia che, figurarsi, non si è minimamente degnata di diminuire, e ci buttiamo in metro. "Tutti a casa gente, per oggi io ho dato." Medaglia/pataccone a parte (la devo appendere da qualche parte, rimarrà ad imperitura memoria delle mie straordinarie doti atletiche), lo ammetto, era da parecchio tempo (ok, forse sto esagerando) che non mi divertivo così. 
Dulcis in fundo, non faccio in tempo a sedermi sul "Carnate-Lecco" per tornarmene nella mia ridente Arcore, che vado a sbattere contro il controllore del treno.
"Biglietto, prego". Veloce scansione del portafoglio e sudori freddi. Morale: carnet mensile dimenticato e cinquanta euro di meno in tasca. Ne è valsa la pena? Ditemelo voi, io sto ancora cercando chi picchiare ;) 

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