lunedì 18 marzo 2013

Calcio sempre più scuro

Vi propongo una piccola riflessione su una notizia che ha fatto il giro dell'Europa: un centrocampista dell'AEK Atene, Giorgos Katidis, dopo aver segnato in campionato ieri pomeriggio, ha esultato facendo il saluto romano.


Il giovine di vent'anni si è scusato dicendo che non sapeva cosa significasse il saluto nazi-fascista che stava bellamente esibendo, ma questo non ha fermato la Federcalcio Greca che ha bandito il giocatore dalla nazionale a vita.

Appena ho letto la notizia mi è subito saltato all'occhio però il fatto che il giocatore militasse nell'AEK. 
Il problema è proprio questo. Infatti il più folto gruppo di Ultras della squadra in questione sono gli Original 21, da sempre militanti antifascisti con tendenze filo-anarchiche. Negli anni passati essi hanno creato assieme alle Brigate Autonome Livornesi ( sciolte nel 2003 dopo numerosi "daspo") e ai Commandos 48 Ultras del Marsiglia un solido gemellaggio tra tifoserie.
Tutte e tre legate dall'odio "verso il calcio moderno" e verso le curve di estrema destra, xenofobe e profondamente razziste, come quella laziale oppure juventina.

L'episodio di ieri diventa quindi un ulteriore smacco per gli ormai "ex-antifa hooligan", che non riescono più a farsi sentire "sul campo" e a proporre slogan e cori alternativi alle tifoserie di destra.  La concezione secondo cui le nuove tifoserie devono essere a-politiche (cosa che ha portato spesso al rinnovamento completo delle curve), in modo da evitare scontri interni (messaggio nobile ma spesso non rispettato da entrambi i gruppi ideologici) e la parziale indifferenza degli ultras di sinistra (i nuovi tifosi livornesi, i tifosi dell'Empoli ecc.) di fronte agli ideali antisemiti e xenofobi che iniziano a circolare nelle altre (o proprie) curve , ha portato alla sostanziale prevaricazione non dei "neri sui rossi" (perchè ormai le curve non si schierano più apertamente politicamente), ma più in generale delle idee di un gruppo sull'altro.


Esempio lampante del cambiamento ideologico interno è la tifoseria atalantina. Un tempo schierata politicamente a sinistra, al tempo delle Brigate Neroazzurre, fucina dell'antifascismo militante bergamasco, la Curva Nord è oggi invece luogo da cui spesso arrivano cori razzisti (numerose le sanzioni negli ultimi anni), nella quale irrompono diverse volte anche le istanze leghiste. Da dove arriva questo cambio di atteggiamento? Certamente il ricambio generazionale e ideologico ha influito parecchio, certamente il fatto che si stata posta "la squadra" sopra l'ideale politico è molto importante, costituendo cosi gruppi disomogenei politicamente, ma  il motivo reale è il fatto che negli stadi siano piano piano entrate idee razziste, difficili da strappare per la vecchia guardia ormai anziana e stanca.
Tutto questo fa da cornice ad un calcio sempre più malato di soldi e sempre "più scuro", che si riassume negli ultimi episodi di Busto Arsizio con il giocatore del Milan Boateng, uscito dal campo dopo diversi insulti razzisti, oppure negli ultimi slogan laziali sanzionati direttamente dalla UEFA, per non parlare dell'episodio di cui abbiamo parlato sopra, sintomo dell'attecchimento tra i giovani della campagna populista di Alba Dorata (che, come ricordo sempre, in Grecia ha ben 18 seggi in parlamento).

Vi lascio con la canzone in onore alle B.A.L livornesi della Banda Bassotti, perchè spero che l'antifascismo ritorni presto in curva, contro la nuova "moda" del sentirsi neri.


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