sabato 20 aprile 2013

Abschied, Herr Bersani

Il mio partito è morto. 
Non so quale sarà il suo, il mio futuro. Difficile prevederlo. Devo essere sincero, lo spettacolo al quale ho assistito inorridito in questi giorni, fornitomi da tutta la classe politica, beninteso, ma soprattutto dalla nostra, dalla MIA, è stato uno spettacolo vergognoso, qualcosa di mai visto e di francamente impensabile.
Almeno per me. Che il Pd, a livello nazionale, fosse ultimamente una polveriera era nell'aria, che alcune correnti interne (dal 25 febbraio scorso) stessero affilando i coltelli in vista di una definitiva resa dei conti s'immaginava, ma nessuno poteva anche solo pensare che questi schifosi irresponsabili, questa gentaglia, decidesse di celebrare un "congresso occulto" a carte coperte sfruttando l'elezione del Presidente della Repubblica, anche a costo di polverizzare il partito.
Il loro comportamento non è degno, e mi trattengo dal dire altro, né della carica di parlamentare della Repubblica né tantomeno della mia stima, della mia comprensione, di un briciolo di rispetto. Hanno fatto a pezzi il partito per il quale ho deciso, ormai da due anni, d'impegnarmi, il partito nel quale ho creduto e che pensavo potesse essere davvero foriero di quel cambiamento di cui questo dannato paese aveva bisogno.
Certo, la colpa non può essere data ipocritamente in esclusiva a questo o a quello, sia chiaro, è il Pd ad aver fallito. Negli ultimi vent'anni (con altri nomi) e nello show di ieri. A partire dal mio fu segretario, e lo dico con una amarezza profonda, vertiginosa, che sostenni e che, a modo mio, ho stimato, convinto che fosse la persona giusta, la personalità che ritenevo e speravo con tutto me stesso riuscisse a tirarci fuori dalla fetida palude in quale siamo immersi. Un uomo con le spalle larghe, o quantomeno solide, una figura di riferimento. Che ingenuità, con il senno di poi. 
Mai leader fu più claudicante, mai segretario di partito ha potuto fare peggio di quello che Bersani ha fatto: una serie demenziale di errori madornali, pazzeschi, a cominciare, sono il primo a dirlo, da una campagna elettorale da barzelletta, impostata con la convinzione di avere già la vittoria in tasca, e che ha partorito un parlamento smembrato in tre forze tra loro praticamente identiche, di cui tutti oggi vediamo le conseguenze.  
Ma la ciliegina sulla torta è stata la gestione, che definire ridicola è probabilmente riduttivo, della partita FONDAMENTALE per il Quirinale. Come diavolo ha potuto, un politico comunque navigato come lui non riuscire a percepire il polso del partito, l'umore della base, di noi... ieri sera potevate raccogliermi con un cucchiaino, non ho parole.
Ma la spada di Damocle non cade solo su Bersani. E' evidente come non mai quanto la volontà di scavare definitivamente la fossa ad un segretario  già moribondo sia stato la causa ultima della morte dell'intero partito. 
Beh, io non ci sto. Sono schifato, disgustato dal mio partito, ma so, so quanto, a livello locale, tra i GD di cui faccio parte, la chiarezza, il rispetto, ma soprattutto un impegno cieco verso gli ideali che noi avanziamo sia incorrotto, cristallino, avulso da quell'immondezzaio. 
Ebbene, al diavolo Bersani, al diavolo D'Alema, al diavolo Bindi, al diavolo Letta. Io andrò avanti, con o senza di voi. Portando le lettere P e D nel mio cuore.
Il vostro, amareggiato come non mai, G.

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